giovedì 17 marzo 2011

GLI AVVENIMENTI ATTUALI - lettera del Direttivo dell'Associazione


Stiamo vivendo un intenso momento storico, con avvenimenti drammatici che spesso sfociano in vere e proprie tragedie.
Il decennio trascorso è stato oscurato dal cosiddetto “scontro di civiltà”, con la diffusione della paura e la limitazione delle libertà personali anche nei paesi occidentali e con le tragiche teorie della guerra preventiva e dell'esportazione della democrazia. Poi le migrazioni di popoli verso l'occidente, la crisi economico-finanziaria del 2008/2009 che mantiene tuttora la sua morsa, fino alla strettissima attualità: la Libia, le rivolte del nord-Africa, il terremoto in Giappone, il nucleare, il petrolio.
Il futuro sembra oscuro e privo di prospettive. A questa sensazione contribuiscono non poco i mezzi di comunicazione di massa che danno risalto esclusivamente a questi avvenimenti o ad altri di cronaca nera non meno inquietanti.
La risposta alla domanda “io cosa posso fare?” sembra non avere risposta per la sproporzione tra le forze individuali e la dimensione degli avvenimenti.
In realtà, però, la situazione non è proprio così come ci viene presentata, o almeno non ha solo quegli aspetti. Esiste nelle società anche una immensa ricchezza umana, sia in quelle occidentali che in quelle africane, sudamericane o asiatiche. Solo che questo fiume non emerge mai alla grande attenzione e scorre invece nello stretto ambito delle comunità locali. Questa ricchezza non viene mai considerata un valore da far comparire nella comunicazione di massa, e questa è una scelta politica e di potere ben precisa.
Il significato di questo periodo non è sconosciuto a chi segue, nella propria vicenda personale e sociale, la via antroposofica. Rudolf Steiner stesso, un secolo fa, ha più volte indicato l'importanza del passaggio del millennio e del periodo successivo. Così come pure ha indicato l'essenzialità del ruolo del singolo individuo e della sua assunzione di responsabilità verso il bene.

Alla luce di questo la risposta alla domanda “cosa posso fare?”, può prendere un profilo e un contenuto.
Ognuno può essere chiamato ad approfondire ed affinare il livello di coscienza rispetto a quello che accade. Non essere un contenitore di quello che poteri nascosti (che influenzano la politica, l'economia e la finanza) vogliono versarvi, ma essere il protagonista della propria vita, della propria visione del mondo e dei rapporti umani che ne conseguono. Prendere in mano la propria vita con serietà e coscienza, ma al tempo stesso con delicatezza, con leggerezza e soprattutto con amore per sé e per gli altri.
Dal punto di vista del pensiero questo significa comprendere la realtà che ci circonda nei suoi aspetti non immediatamente evidenti. Dal punto di vista della volontà non farsi trascinare dai comportamenti e dai ritmi che latentemente ci vengono imposti (mode, abitudini, consumi), e proteggersi da tutto quello che, imposto di fatto sotto il livello di coscienza, ha un impatto non salutare per noi e per chi ci sta vicino (alimentazione, consumi di sostanze nocive, modo di vestirsi, ritmi e orari della giornata, utilizzo eccessivo di apparecchiature elettroniche, fretta etc.). E soprattutto proteggere i bambini in questi aspetti ora detti e dalle immagini e suoni che piovono indiscriminatamente nelle nostre case e dai quali essi non possono proteggersi da soli. Infine, procurare loro un'educazione senza stress.
Dal punto di vista del sentimento sviluppare l'amore, la comprensione umana, la benevolenza anche di fronte all'errore, guidando in questo senso la nostra quotidianità.
In questo modo quel fiume di umanità nascosto può emergere e si possono manifestare comportamenti ora velati. Possono svilupparsi così dapprima uno spirito ed un sentimento comunitari, poi delle vere e proprie forme comunitarie visibili, vero antidoto al male e all'oscurità che sembrano dominare il presente.

L'Associazione “Il Ponte” è estranea per sua natura costitutiva ad un impegno di tipo politico, ma la gravita è l'intensità di quello che accade non consente di rimanere in disparte; né d'altra parte l'Associazione vi rimane! Seppur in una forma non direttamente assimilabile a quella della politica tuttavia il nostro lavoro è da sempre ispirato a cercare di affrontare quei temi e realizzare quanto indicato poco prima.
Con il lavoro pedagogico si cerca di portare nelle famiglie la coscienza della evoluzione del bambino come essere in divenire, delle sue varie necessità e dei metodi che possono essere assunti per la sua educazione. Con il lavoro artistico si cerca di liberare nell'adulto quelle forze creative originali che, inaridite nella realtà contemporanea, possano aiutarlo nella propria realizzazione umana. Con il lavoro nel gruppo di studio e con le conferenze (come il ciclo che è in corso in queste settimane su Mazzini e sulla vita sociale) si cerca di portare la coscienza della realtà attraverso uno strumento più esplicito qual'è quello del pensiero e dei contenuti concettuali. Con le feste nel ritmo dell'anno si cerca di stimolare una partecipazione circolare e comunitaria che porti, nel sentimento,  a percepire la propria intima unione con i cicli della natura. Le nostre feste non sono finalizzate al divertimento o all'intrattenimento, anche se la leggerezza, la serenità e il piacere di parteciparvi ne vorrebbero essere un tratto essenziale, ma vogliono avere un carattere formativo per sviluppare l'incontro umano e la nascita di nuove relazioni umane, attente all'individuo e alla sua singola esistenza seppur inserita nella vita sociale e di relazione.

Dunque l'Associazione non usa gli strumenti della politica al cui fondo c'è la tendenza all'antagonismo e alla separazione (il termine “partito”, ovvero separato, né è l'espressione più eloquente), ma vuole occuparsi degli stessi temi, umani e sociali, stimolando la consapevolezza comunitaria e il senso di appartenenza al genere umano.
Con questi pensieri inviamo a tutti un caro saluto sperando che essi possano suscitare fiducia, coraggio e serenità nel guardare alla pur difficile situazione presente e ai compiti che ci pone.

Il Direttivo                                 Piombino 17 marzo 2011