sabato 13 settembre 2008

Appuntamenti mese di settembre

Sabato 20 settembre ore 10 - primo incontro corso di pittura
Martedì 23 settembre ore 17 - primo incontro gruppo pedagogia
Lunedì 29 settembre ore 17 - lettura di San Michele
Martedì 30 settembre ore 17 -primo incontro gruppo filosofia
(vedi dettagli nel programma di attività 2008-2009 e in quello di pittura -pubblicati in agosto 2008)

venerdì 12 settembre 2008

Incontro di lettura San Michele




L'immaginazione di Michele
conferenza di Rudolf Steiner - Dornach 5 ottobre 1923
dal ciclo:
L'esperienza del corso dell'anno in quattro immaginazioni cosmiche
Lettura riservata ai soci - 29 settembre 2008 ore 17
presso il Centro Giovani - via della Resistenza a Piombino

Note sul "Calendario dell'anima antroposofico"

LA NASCITA
Nel 1911 Rudolf Steiner ricevette una richiesta di elaborazione di un nuovo calendario alla luce della scienza dello spirito. In base ad essa egli elaborò il “Calendario dell'anima antroposofico” che vide la luce nella primavera del 1912.
Il calendario non fu ripreso negli anni successivi a causa dello scoppio della prima guerra mondiale e della costruzione del Goetheanum, ma Rudolf Steiner gli dava una grande importanza e non mancò mai di presentarlo nelle conferenze che ebbe modo di tenere per tutti gli anni successivi.

LE FORMULE MEDITATIVE
Al calendario erano aggiunte 52 formule meditative, una per ogni settimana, che dovevano servire ad accompagnare il ritmo dell'anima nel corso dell'anno.
Il loro insieme costituisce una grandissima opera d'arte scritta in un linguaggio poetico-cosmico che richiede molto tempo per entrarvi e che ci avvicina ad un'altra forma di conoscenza.

LA DATAZIONE ANNUALE
Ciascuna delle formule meditative deve essere letta a partire dalla domenica fino al sabato successivo. Il primo versetto del calendario, è relativo alla settimana che comincia con la domenica di Pasqua. Ognuno dei 52 versetti (nelle varie edizioni esistenti) porta una datazione, appunto da domenica a sabato, che si riferisce però al primo anno di pubblicazione, il 1912, nel quale la Pasqua venne il 7 aprile. Dovendo rispettare l'inizio del calendario a partire dalla domenica pasquale, ogni anno si deve aggiornare la datazione.
Durante l'anno si hanno quattro momenti cardinali che corrispondono alla Pasqua (versetto 52), al giorno di San Giovanni (12), a quello di San Michele (26) e al Natale (38). Essi cadono ai due solstizi (Natale e San Giovanni) e ai due equinozi (Pasqua e San Michele), e corrispondono a quattro momenti eccezionali della condizione dell'anima.
Nel momento di aggiornare la datazione per l'anno corrente, noteremo che l'articolazione dei versetti durante l'anno deve essere flessibile poiché tre dei momenti cardinali sono fissi, mentre il quarto è mobile (la Pasqua). Essa cade dopo il primo plenilunio susseguente all'equinozio di primavera. Con la Pasqua è mobile anche la Pentecoste che cade 49 giorni (7 settimane) dopo di essa. Dunque si ha nel calendario un blocco mobile che oscilla rispetto agli altri tre momenti, dato che le altre tre feste avvengono a data fissa (San Giovanni-24 giugno, San Michele-29 settembre, Natale-25 dicembre).
Dovremo allora partire, per la datazione corrente, dal primo versetto che andrà dal giorno della domenica di Pasqua al sabato successivo: questa sarà la prima settimana. Poi andremo avanti con le date fino a San Giovanni. In questo momento dovremo porre attenzione.
Dato che San Giovanni cade nella dodicesima settimana, dovremo datare il dodicesimo versetto con la domenica e il sabato tra i quali sta il 24 giugno. Può allora accadere che si debbano meditare due versetti nella settimana precedente Giovanni (esempio 10 e 11) quando la Pasqua viene tardi, oppure di dover leggere il versetto 11 per più di una settimana, quando la Pasqua viene presto, per leggere poi il dodicesimo nella settimana di san Giovanni. Partendo poi con il versetto 13 la domenica dopo San Giovanni, la datazione scorre tranquilla fino alla Pasqua dell'anno dopo (si noterà che spontaneamente il 29 settembre cadrà nella settimana 26 e il 25 dicembre nella settimana 38). Giunti alla settimana che precede la Pasqua potremmo dover fare un nuovo adattamento. Se la Pasqua è precoce può capitare di leggere più di un versetto (ad esempio 51 e 52) nella settimana precedente, oppure di leggere il medesimo versetto 52 per più di una settimana quando la Pasqua viene molto tardi. Questo non porta alcun pregiudizio poichè entro un raggio di tre versetti si trova la stessa atmosfera.
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IL RITMO DELL'ANNO
L'uomo contemporaneo non si sofferma più a considerare il volgere delle stagioni cogliendone il carattere peculiare e facendo sorgere nell'anima, al contempo i sentimenti corrispondenti. Questo è dovuto ad una certa ricerca dell'isolamento, premessa importante per il sorgere dell'individualità, ma vi ha contribuito anche lo stile di vita materialistico rendendo apparentemente la vita umana indipendente dallo scorrere delle stagioni e indifferente ad esse. Il ritmo dell'anno sembra essere dato piuttosto dagli elementi lavoro-riposo piuttosto che dalla vita della natura o da quella dell'anima.
Oggi però è necessario uscire dall'isolamento interiore e avere un rapporto diverso con il mondo intorno a noi: è necessario guardarsi intorno e partecipare a quanto si vede. E ciò sia verso la natura, i cui ritmi espansivi e contraenti devono entrare nella coscienza umana, sia per l'anima stessa che nella crescita dell'autocoscienza trova impulsi per la vita sociale.
Il Calendario dell'anima di Rudolf Steiner può essere di grande aiuto in tal senso. Seguendo i 52 versetti settimanali possiamo lentamente ritrovare, ristabilire e rinnovare un rapporto con il corso dell'anno ormai perduto. I sentimenti ed i pensieri si pongono in armonia sia col tempo esteriore (atmosferico-tellurico) che con quello interiore che colora vivacemente la nostra vita.
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L'ESPERIENZA DEL CALENDARIO
Il Calendario si può sperimentare in due modi: il primo è quello che segue la natura nelle sue trasformazioni esteriori, vegetali ed atmosferiche, il secondo cerca di cogliere quanto di spirituale si svolge dietro la veste esteriore della natura stessa.
I due itinerari procedono in senso contrario mantenendosi costantemente in polarità ed equilibrio.
Possiamo partire dal primo movimento che si sposa con quello della natura ed ha un carattere oggettivo, macrocosmico. La natura attraversa ogni anno due polarità. D'inverno, proveniendo dall'autunno, pare che muoia, si addormenti: si chiude in se stessa, è isolata di fronte al cosmo. Percorre lo spazio cosmico come uno scrigno chiuso, serrato, e racchiude dentro di sé i tesori grandissimi di tutti gli esseri viventi che essa contiene e a cui da vita. Il movimento va verso il solstizio d'inverno.
Dalla primavera, invece, muovendo verso il solstizio d'estate, tutta la vita che la Terra contiene si espande, si dilata, si effonde verso le massime ampiezze atmosferiche, come donandosi interamente all'universo, alla luce, al calore, al fulgore del Sole.
I punti intermedi tra questi due momenti polari sono gli equinozi di primavera e di autunno. Questi quattro momenti caratteristici per la vita della Terra, sono un culmine ed una svolta ad un tempo.
La vita della natura esprime tali momenti nelle situazioni che riguardano la vita vegetale e i fenomeni atmosferici, in quanto chiaramente percepibili ai sensi. Questi fenomeni sono osservabili in quanto effetti di cause retrostanti; esse, a loro volta, sono relative ai quattro stati di aggregazione della materia (terra, acqua, aria e fuoco) dietro i quali sono agenti le quattro forze eteriche fondamentali: etere di calore, etere di luce, etere chimico o del suono, etere della vita. Senza queste forze eteriche di natura universale i quattro stati di aggregazione non sarebbero possibili.
Nel fiorire sono attivi soprattutto gli eteri della luce e del calore; grazie al loro potere espansivo, si ampliano rapidamente verso le altezze.
Nell'appassire sono principalmente attivi gli eteri chimico e della vita, dal potere contraente e anche fossilizzante. Tutto, lentamente, si concentra, si contrae, si condensa. I due eteri si ritirano dentro la Terra raggiungendo il massimo di concentrazione al solstizio d'inverno. Formano con la neve, il gelo, il freddo quasi come una pelle intorno alla Terra. Questi sono il prodotto dell'etere chimico, che rimane aderente alla superficie, innalzandosi di poco al di sopra di essa. Si formano le nebbie, fenomeno caratteristico dell'autunno e della primavera, che segnano il passaggio di questo etere dall'interno della superficie terrestre verso l'alto e ritorno. Gli alberi perdono le foglie, lontane dalla superficie, non più alimentate dall'acqua portata verso l'alto dall'etere chimico, e più precisamente dagli esseri elementari che operano in esso. L'acqua continua ad agire invece al livello della supeficie e difatti le erbe ed i cespugli restano verdi.
Anche l'anima umana segue i movimenti decritti, però in due modi diametralmente opposti. Con il primo l'anima entra in relazione con i movimenti esterni, oggettivi, a carattere macrocosmico nel rapporto Terra-Sole; essi vanno considerati e seguiti per cercare di entrarvi in armonia. Con il secondo l'anima segue e sviluppa quanto di spirituale agisce inosservato allo sguardo esteriore. Esso diviene così intima esperienza dell'anima in forma di immagini.
In quanto uomini ci troviamo in una situazione singolare: col corpo fisico ed eterico seguiamo il movimento del trascorrere delle stagioni: una sorta di resurrezione in primavera ed un cedere e morire della natura in autunno; parallelamente, ma in senso contrario, con l'animico-spirituale compiamo l'tinerario opposto: un addormentarsi, un morire, o anche solo sognare in estate, con una coscienza attenuata, e un risveglio autunnale, una sorta di resurrezione, dove l'autocoscienza riacquista i suoi diritti e si afferma sempre più verso il Natale. Là giunti, in mezzo al totale sonno naturale, possiamo sperimentare una sorta di risveglio, una rinascita spirituale. Il pensare, in mano ad una autocoscienza così sveglia, diviene solido, acuto e preciso; inversamente in primavera comincia a divenire debole, impreciso, alquanto instabile.
Noi uomini, in quanto esseri fisici e spirituali al contempo, possiamo sperimentare entrambi i movimenti contemporaneamente e consapevolmente. Il Calendario dell'anima ci aiuta a scorgere più agevolmente questa doppia posizione. Possiamo cioè sperimentare contemporaneamente sia un'estate che un inverno. Seguire le percezioni sensibili e gli stimoli dei sensi corrisponde ad una situazione estiva dell'anima umana, dedicarsi ad una attività interiore di pensiero e applicare la propria volontà corrisponde alla situazione invernale dell'anima.
Possiamo allora individuare due modi di leggere, meditare e sperimentare il Calendario dell'anima:
il primo è quello della vita secondo natura, seguendo il ritmo delle stagioni e appoggiandoci alle percezioni dei sensi (carattere macrocosmico)
il secondo consiste nell'esperienza spirituale che procede in senso opposto alla precedente e permette di compiere esperienze interiori del tutto diverse (carattere microcosmico).
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VIA DI AUTOCONOSCENZA
Secondo quanto dice il suo autore, il Calendario è una via di autoconoscenza. In questo percorso l'anima ha la possibilità di ritrovarsi e di conoscersi e non già di conoscere il mondo. Durante il corso dell'anno l'esperienza dell'anima ha un aspetto esclusivamente interiore, non legata al tempo, per quanto suggerita da esso.
L'anima vive tra due poli opposti entro i quali si svolge l'esperienza suggerita dal Calendario. “Donarsi al mondo” e “vivere in se stesso” sono questi due poli e il vivere, l'oscillare tra di essi, può avvenire anche in una stessa giornata. Ad esempio mettendosi in riflessione, contemplazione, meditazione o, viceversa, guardare alla bellezza della natura, ad un tramonto, ad un'alba o a un cielo stellato.
Dunque l'esperienza dell'anima è fuori del tempo, è un'esperienza a-temporale.
Le due condizioni animiche, dell' “essere in sé” e dell' “essere fuori si sé”, coinvolgono le tre potenze dell'anima: pensare, sentire e volere. E questo moto pendolare va dal conseguire un forte “sentimento del sé” al rinunciare ad esso ed “effondersi nel cosmo”, dal vivere nella luce e nel calore al vivere nel freddo e nel buio, e tutto questo secondo un ritmo.
I versetti che vanno dal solstizio d'estate a quello d'inverno suggeriscono all'anima un consolidamento del proprio sé, giustificato del resto dal carattere della stagione, che va fino al “sacrificio di sé” della settimana 36.
Si ha poi un prevalere del sentire, del cuore, un risveglio del sentimento d'amore, con un impegno del volere che si amplia sempre di più verso l'equinozio di primavera; viene poi ceduto il passo al pensare-sentire e al loro dilatarsi nel cosmo fino al solstizio d'estate, con il conseguente “donare il proprio sé” all'universo.
Dunque un'esperienza dell'anima che, nel corso dell'anno, vive un ritmo anch'esso espansivo e contraente. Le parole di Rudolf Steiner (La soglia del mondo spirituale – Opera Omnia 17 – nel volume “Sulla via dell'iniziazione” Editrice Antroposofica, Milano 1984 pag. 130) lo sottolineano: “Potersi dedicare alla vita di pensiero è qualcosa che induce ad una profonda calma. L'anima sente che in tale vita, essa può liberarsi da se stessa. Questo sentimento è però altrettanto necessario all'anima, quanto quello opposto, cioè di potersi ritrovare interamente in se stessa. Fra questi due sentimenti oscilla, di necessità, il pendolo di una sana vita dell'anima”.
Ed è proprio tale sana vita dell'anima, dalla quale nasce la salute sociale come frutto di quella individuale, che può costituire l'anelito ad avere un'esperienza sempre più profonda del Calendario dell'anima antroposofico.
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Edizioni italiane del Calendario dell'anima
1. Editrice Antroposofica - Milano – Traduzione di Silvia Schwarz Colorni
2. Editrice Arcobaleno - Oriago di Mira – Traduzione di Aldo Bargero
3. Editrice Arcobaleno - Traduzione di Claudio Gregorat, in “Commento al Calendario dell'anima di Rudolf Steiner”
4. Editrice Il capitello del sole - Bologna - Traduzione di Kaspar Appenzeller
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QUESTE NOTE SONO RICAVATE IN PARTE DA UN SEMINARIO TENUTO DA BRIGITTE PETERSEN AL CENTRO ANTROPOSOFICO DI ORIAGO NEL 1994 E IN PARTE DAL VOLUME DI CLAUDIO GREGORAT SOPRA CITATO.

domenica 7 settembre 2008

Anniversario della Scuola Waldorf

Oggi è l'anniversario dell'inaugurazione della prima scuola Waldorf, a Stoccarda, nel 1919.
Con questa esperienza è nata una pedagogia che permette di accogliere le anime dei bambini nel modo a loro più adatto e che riveste una grande importanza anche nello sviluppo dei rapporti sociali e di quelli umani in genere.
Herbert Hann, allievo e stretto collaboratore di Rudolf Steiner in ambito pedagogico, ricorda così quei giorni:

"Scopo di Rudolf Steiner era quello di collegare anche la vita culturale, anche la pedagogia alle energie progressive dell'epoca. Era perciò importante trarle dalla rigidità, dalla staticità e trasferirle alla dinamica di un libero sviluppo spirituale.

Che questo potesse accadere soltanto su basi oggettive del tutto chiare lo dimostrò il grande Corso introduttivo che tenne nei giorni di agosto 1919 al primo corpo insegnante della Libera Scuola Waldorf. In esso fu edificata un'antropologia, in una visione d'insieme dei fenomeni fisici, animici e spirituali che offre ad ogni stadio evolutivo del bambino e del giovane punti di partenza pedagogici del tutto nuovi. Mediante il principio della triarticolazione umana si potè costruire un insegnamento educativo veramente congeniale al bambino (...)

Durante questo corso, tenuto in tre sezioni come "Antropologia generale", "Didattica" e "Conversazioni di tirocinio", regnava un'atmosfera spirituale solenne. Si sperimentava in anticipo (...) un'universalità organica che comprendeva l'intero sapere dell'epoca, in un'epoca di frammentazione del sapere e di mancanza di correlazione tra i suoi campi. (...)

Già alcuni anni dopo, studiando con cura quelle parole udite allora, si poteva notare quanto spaventosamente poco se ne fosse accolto. (...) Tuttavia il puro entusiasmo con cui si acoltava, con cui si partecipava ai seminari di lavoro nel 1919, determinò certamente una parte di quelle meraviglie. Anche in questo caso valeva bene la parola che Rudolf Steiner mi aveva detto al centro della lotta per la realizzazione della triarticolazione sociale: il mondo spirituale accetta l'entusiasmo in sostituzione della maturità.

La Libera Scuola Waldorf si affacciò alla vita il 7 settembre 1919. Anche questa giornata fu solenne dal mattino alla sera. (..) Fece da introduzione il preludio in do-maggiore di J.S. Bach, che il nuovo insegnante di musica Paul Baumann suonò al pianoforte. La signora Marie Steiner recitò, alcuni bambini diedero saggi nel settore della nuova arte dell'euritmia inaugurata da Rudolf Steiner. Ma il punto culminante fu costituito dal discorso di Rudolf Steiner in cui caratterizzò ancora una volta i grandi aspetti sociali tra i quali la pedagogia della Scuola Waldorf faceva ora i primi passi. Presentò come sue fonti la scienza che diviene viva, l'arte che diviene viva, la religione che diviene viva. Con quale facilità queste parole potrebbero essere pronunciate in maniera retorica! Che abbiano fin nei dettagli dell'applicazione pratica un significato concreto-spirituale da prendersi sul serio per la pedagogia della Scuola Waldorf: è quello che conta.

Nel pomeriggio le singole classi furono condotte ai maestri in un'atmosfera lieta e vivace. La sera l'intero collegio docente fu invitato ad una rappresentazione del "Flauto magico" di Mozart. Rudolf Steiner, che sedeva accanto ad Emil Molt, mostrò a questi con benevola attenzione come le maestre e i maestri della nuova Scuola, sedessero ovunque, distribuiti nella sala della Grosses Haus di Stoccarda. La felicità, decisamente la gioia infantile con cui fece ciò prima dell'inizio della rappresentazione, manifestava ancora una volta l'intera delicatezza spirituale di questo grande amico dell'umanità."

da "Abbiamo conosciuto Rudolf Steiner - ricordi dei suoi allievi" Terra biodinamica editrice 1987.

lunedì 1 settembre 2008

La massima degli uomini liberi

Un malinteso morale, uno scontro è escluso tra uomini moralmente liberi.
Solo chi non è moralmente libero, chi segue l'istinto di natura o ha accettato di seguire l'obbligo di un comandamento allontana da sé il suo prossimo quando esso non segue lo stesso istinto o lo stesso comandamento.
Vivere nell'amore per l'azione e lasciar vivere nella comprensione della volontà altrui, è la massima fondamentale degli uomini liberi.
(Rudolf Steiner - "La filosofia della libertà" cap. IX)
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