lunedì 9 marzo 2009

Decennale

Il Ponte ha 10 anni
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Il 9 marzo 1999, il gruppo dei soci fondatori dava vita alla nostra Associazione.
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In questo periodo Il Ponte, nella modestia delle forze e nelle difficoltà oggettive che si incontrano portando un messaggio puramente umano nella realtà socio-economica contemporanea, ha cercato di attuare gli scopi della fondazione.
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Nei vari rami della sua attività e nei vari momenti, più o meno ricchi di presenza, l'Associazione ha promosso esperienze culturali che avessero, però, alla loro base significati profondamente sociali.
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In armonia con la visione dell'uomo e della vita umana espressa dall'antroposofia di Rudolf Steiner, lo sforzo compiuto, e più ancora quello da compiere in futuro, è teso a realizzare in ogni campo dell'esperienza (famiglia, amicizia, lavoro, comunità civile, scienza, arte e cultura) il massimo contenuto umano nei rapporti tra le persone. Parallelamente questo chiede lo sviluppo di rapporti sociali meno schematici, formali e burocratici possibile.
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Nel campo della vita di una comunità civile un tessuto di regole armonizzanti è essenziale, ma esse devono servire a valorizzare ciò che di amichevole, comprensivo, caloroso, solidale può nascere dall'intima umanità di ogni persona. Non dovrebbero invece, mai, costituire un apparato rigido e formale che vive in funzione di se stesso e di un'autoreferenza che si allontana sempre più dalle persone stesse.
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Anche le istituzioni dovrebbero avere una funzione morbida e di servizio senza mai sovrastare la comunità dalla quale sono nate.
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Questi contenuti ideali sono il riferimento delle attività antroposofiche in campo sociale. Essi sono conosciuti come "organizzazione tripartita della società" o anche come "triarticolazione sociale".
Negi ultimi anni della prima guerra mondiale e, ancora, nel primo anno del dopoguerra, Rudolf Steiner portò questo importante e innovativo impulso per rinnovare la vita delle società.
Si deve pensare che erano anni di profonda temperie sociale, anni che portarono alla rivoluzione russa e al tragico dopoguerra in Europa centrale, che dieci anni dopo generò il nazismo. Il fallimento dell'organizzazione sociale basata sulla centralizzazione statale in politica e sull'accumulo capitalistico in economia, era sotto gli occhi di tutti.
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Il messaggio di Steiner, sollecitato anche da importanti personalità che se ne fecero poi tramite verso il capo di gabinetto dell’imperatore d’Austria, ebbe un carattere rivoluzionario proprio perché basato su contenuti puramente umani.
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La vita sociale avrebbe dovuto essere considerata nei suoi tre grandi ambiti: quello giuridico, quello spirituale e quello economico. Ciascuno di essi doveva essere amministrato con la massima libertà e con la maggior leggerezza strutturale possibili.
In ognuno dei tre campi dovevano essere assunti dei princìpi che avrebbero dovuto governarli.
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In campo giuridico il principio della uguaglianza. Lo Stato avrebbe dovuto garantire, con un sistema snello di leggi, l'uguaglianza dei cittadini di fronte alla comunità e di fronte alla legge stessa.
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In campo spirituale (cultura, arte, religione, educazione, vita del pensiero) il principio della libertà. Ogni individuo avrebbe dovuto scegliere liberamente il proprio orientamento nei vari momenti della propria vita spirituale e altrettanto liberamente confrontarsi con gli altri in una sana ed evolutiva vita di relazione.
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In campo economico il principio della fratellanza. La vita economica non avrebbe dovuto più essere retta da motivi egoistici e di accumulo, ma dal libero dono reciproco delle proprie qualità nell'ambito del lavoro e anche dal dono fraterno dei prodotti e dei risultati del proprio lavoro.
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Questi princìpi non trovarono l'eco necessaria e Rudolf Steiner stesso ritirò le iniziative che erano state prese per sostenere la proposta, riconoscendo l'immaturità dei tempi.
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Da allora è trascorso quasi un secolo e l'umanità ha proseguito sulla via della centralizzazione statale in ambito giuridico, della rigidezza dogmatica in ambito spirituale, dell'egoismo in campo economico. E i risultati proprio in questi mesi di inizio 2009 sono sotto gli occhi di tutti.
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La triarticolazione sociale non è un ideale utopistico, nè una fumosa filosofia applicata alla società, ma è la proposta conseguente che nasce quando davanti all'osservazione si pone l'uomo nella sua più vera e più profonda essenza. Da essa nasce un'organizzazione della società che può apparire utopistica ad una visione superficiale, ma che è l'unica che, nel tempo, potrà portare l'umanità su una diversa via di tutela della vita umana, in tutte le sue espressioni, e della natura (del pianeta stesso) che la sostiene.
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Tutto ciò si riassume in una parola: libertà. La vera libertà dell'individuo che nasce dalla capacità morale di fare scelte utili alla comunità sociale, al cui interno il singolo trova motivi di sviluppo personale, di crescita e di benessere.
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Naturalmente Il Ponte opera in piccolissima scala rispetto alle dimensioni del problema sociale contemporaneo, tuttavia rinnoviamo oggi il nostro impegno, con la speranza che le nostre modeste forze e qualità personali possano sempre servire costruttivamente le aspirazioni del movimento antroposofico e lo sviluppo evolutivo di tutta la comunità umana.
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Il Direttivo dell'Associazione
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